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Qualche giorno fa mi ha chiamato un caro vecchio amico con il quale ho condiviso un bel po' di tempo nella pratica. Fu uno dei primi nel 1984 a farmi shakubuku e a parlarmi di questa storia nella quale mi avventurai per un po' di anni. Mi ha chiamato per annunciarmi che anche lui, e dopo un bel po' di tempo da me, dopo quasi 30 anni di fede ha smesso di praticare. Non sto a dire come mi ha detto di aver maturato questa intenzione perché sono affari suoi, ma posso dire alcune cose che ricordo e che risalgono ad un periodo che va dal 1985 fino a metà degli anni 90. Io sono stato anche un responsabile di gruppo, ero giovane e questa cosa del buddismo e della pace mi affascinava molto. Purtroppo, o per fortuna, per mia natura sono molto curioso, mi immergo nelle cose che mi affascinano e le studio, ma le studio tanto fino a mettere insieme il mosaico della storia che in quel momento mi prende e cosi accadde per il buddismo. Non ero sempre ben visto dai tromboni che stavano ai vertici della mia zona. Ero un soggetto un po' fuori dal coro, irriverente e che con il mio gran studiare mettevo spesso in difficoltà anche i responsabili un po' più importanti.  Dopo parecchi anni da quando ho mollato, ricordo ancora tutto, mastico molto bene i principi fondamentali e ricordo bene perfino alcune contraddizioni che sono emerse nel tempo. Per esempio, parlando di gohonzon, ricordo che negli anni 80 era in voga parlare di trasmissione verticale come quella che arrivava direttamente da Nichiren attraverso i patriarchi e quella dei laici che si definiva orizzontale. Ricordo a tal proposito anche un editoriale sul Nuovo Rinascimento fatto dal signor Kaneda riferendosi proprio a questo argomento della trasmissione. In questo editoriale, egli spiegava il gosho l'eredita' della legge fondamentale, attraverso vita e morte (shoji ichidai chi kechimmyaku sho) ed asseriva che coloro che si fossero staccati dal carisma verticale, dalla sorgente originale che attraverso i patriarchi proveniva direttamente da Nichiren Daishonin non avrebbero potuto cambiare nulla del loro karma negativo, pur pregando di fronte ad un gohonzon copiato fedelmente da quello originale anche se scritto da un prete che avesse abiurato.  circa 8 o 9 anni dopo le cose andarono  in una direzione diversa. La SGI si stacco dal tempio principale, lo Sho Hondo fatto demolire e di trasmissione verticale e nessuno ne parlò mai più. Ci furono distribuiti nuovi gohonzon copiati tramite una matrice (hokataji) fatta dal 26mo patriarca Nichikan Shonin, famoso per avere scritto la esegesi sul vero oggetto di culto. Questa matrice adesso super sfruttata dalla SGI, ormai da quasi 20 anni, non riceve piu la cerimonia di apertura dell'occhio che si diceva (cito un editoriale pubblicato sulla vecchia rivista 2001 dal vice presidente Einosuke Akiya) facesse direttamente il patriarca per i nuovi gohonzon. Dopo questi episodi di rottura, considerando tutto quello che sapevo almeno teoricamente, le novelle che mi erano state raccontate emersero e pian piano mi sganciai dalla storia. Adesso ho 51 anni, non sono piu quel ragazzo che sognava di diventare un buddha, ma una persona maturata un po' di più. Non nutro rancori verso nessuno e non ho rimpianti. Devo dire che studiare i principi fondamentali espressi anche in quel buddismo, quali ichinen sanzen ed altri mi ha fornito gli strumenti per leggere meglio la vita e perché no, anche la religione che finalmente ho deciso di accettare e che forse dentro di me non ho mai mollato, ovvero il Cristianesimo. Grazie a quei principi, adesso il cristianesimo mi appare per quello che deve essere. Non un sistema di rituali o regole che non c'entrano con la mia vita, bensì qualcosa che accade ora. La fine della pratica raccontatami dal mio vecchio amico, mi ha spinto a ricercare su internet qualcosa circa la pratica buddista, cosi ho trovato voi. Lascio qui il mio modesto contributo nella speranza che qualcuno delle persone che praticano adesso possano leggerlo e trarne occasione per riflettere un po'. Buona fortuna a tutti voi.  Stefano dal Mugello (FI)

2012