I Parte

Sono un Fiorentino di adozione, sposato da quasi 20 anni con tre figli (due adolescenti ed una piccola). Per chi avrà un po' di pazienza riporto la mia esperienza esterna con la Soka Gakkai (SG), premetto che questa è una testimonianza viva e che sono ancora in una fase di difficoltà e di riesame di tutto quello che mi è accaduto dopo che infaustamente mia moglie ha deciso di iscriversi alla SG. Ovvio che Io reputo la SG una falsa e assurda pratica pseudo-religiosa che si aggrappa al buddismo come Io tingo di minio la mia cancellata di ferro marcia di ruggine. Premetto che non ho niente contro qualsiasi religione, anzi in casa mia sono stati benvenuti in passato tutti i credi anche quelli non proprio "trasparenti", abbiamo sfamato gli affamati e dissetato gli assetati, abbiamo accolto predicatori: Cattolici, Testimoni di Geova, Mormoni ed altri. Io non sono religioso in quanto "animista" e quindi non credo in esseri supremi di qualsiasi natura ne credo in feticci vari ne in simboli ne tanto meno nella cabala; ma sono comunque un uomo ragionevole (non un illuminato), non ho un carattere da benevolo ma ho il pregio di saper discutere con pazienza ed eventualmente accettare le cose quando queste sono presentate nei giusti termini speculativi ed hanno una valenza retrospettiva (cosa che i poveretti della SG non sanno neanche cosa sia). Questo racconto non ha un vero e proprio filo cronologico in quanto molti avvenimenti hanno data presunta (tutto viene fatto di nascosto ovviamente). La pace in famiglia, dunque, è stato sempre uno dei miei obiettivi primari. Poi come molte coppie sposate da tanti anni abbiamo avuto i nostri seri problemi. Ho cercato di capirmi a fondo tanto che mi sono messo sotto analisi per mesi e presumibilmente ho individuato varie cause delle difficoltà di coppia che stavamo attraversando. Una volta "denunciati" i miei problemi e quelli che ritenevo anche le deformità comportamentali e psicologiche di mia moglie abbiamo intrapreso un percorso sofferto di riesame e riavvicinamento. Tutto questo ci è costato caro (in tutti i sensi) ma stava dando i suoi lenti frutti. Poi (ed ancora mi sto domandando "perché") mia moglie ha avuto diverse crisi di personalità (ma la verità fa sempre bene?), certo Io ho sbagliato e non poco e quindi ho perso la linea logica di riflessione/discussione che invece doveva essere mantenuta. Mi moglie quindi ha avuto un momento di grande sofferenza e confusione che Io non l'ho recepito in tutta la sua gravità... ecco che all'orizzonte si profila una figura molto familiare (mia cognata) che ci frequenta spesso ed in cui Io riponevo anche grande fiducia e stima. Questa persona professa da anni la sua fede buddista e Io non ho avuto nessun problema ad accettare la cosa (non sapevo che il suo presunto buddismo fosse quello della SG), non ho avuto quindi niente da ridire nel fatto che mia moglie frequentasse insolitamente troppo mia cognata, anzi la credevo dedita al confronto ed un aiuto in più era auspicabile. Dopo diversi mesi di frequentazioni molto assidue mia cognata ha cominciato a recitare ad alta voce in casa mia. Anche qui non ci ho visto niente di male e quindi la cosa ha continuato come prima (gli ho solo chiesto di non farlo davanti ai miei figli per mantenere in casa lo status di neutralità che è sempre stato mantenuto). Dopo non molto tempo ho notato un cambiamento sempre più marcato nei comportamenti esteriori di mia moglie che sembrava spesso assente e lontana dai nostri problemi. Le poche volte che sono riuscito ad intavolare dei dialoghi le risposte o le affermazioni avevamo un non so che di alterato, ovvero non venivano da una persona che conosco molto bene, ma sembravano mediate da qualcosa altro. Non voglio tediare nessuno con particolari stravaganti e quant'altro ho solo capito che c'era qualcosa che non andava. Poi finalmente mi sono svegliato ed ho visto da che parte andava la nave. Un giorno di un paio di anni fa ho banalmente domandato a mia moglie se praticava il buddismo e lei mi ha risposto di si. Da quel giorno ho accettato la cosa con buona serenità, e perché no? Uno dei principi del Buddismo non è per caso la ricerca interiore delle nostre manchevolezze e grazie a queste acquisire una forma mentale/spirituale "migliore" anche in vista del fine ultimo da raggiungere ossia il "nirvana"? Correggetemi se sbaglio. Da allora mi sono messo a leggere qualcosa qua e la e a pormi delle domande molto semplici che poi dovevano essere magari motivo di discussione ed approfondimento in casa. Mi sono molto presto accorto che mia moglie non sapeva darmi nessuna spiegazione neanche banale a domande addirittura elementari e dal quel momento mi evitava o evitava confronti su questo argomento e si che già da non poco frequentava assiduamente la SG (che non sapevo all'epoca cosa fosse). Ogni tanto poi frequentavo con lei alcuni amici di vecchia data detti "buddisti" quindi come sempre tutto regolare per me. Poi anche queste frequentazioni sono diventate sempre più assidue (Io ho smesso di frequentarli quando gli atteggiamenti di questi sono diventati poco chiari e troppo invasivi) e senza tante difficoltà mi sono messo a leggere invece che gli scritti buddisti (addirittura avevo chiesto un paio di pubblicazioni a mia cognata)  tutto quello che c'è in giro sulla SG.

AIUTO!!!! ma dove siamo finiti?

Non ho difficoltà a dirvi che la cosa l'ho presa di petto ed il mio assalto alla psiche di mia moglie è stato frontale ed assiduo. Cosa è successo? Ho fatto peggio che meglio. A mie continue domande e richieste di spiegazioni ho avuto solo un irrigidimento totale, un aumento vertiginoso di "zadankai" e risposte da cercopitechi: "…tu hai il Karma negativo…". Spesso sentendosi forte di affermazioni ed indottrinamenti altrui mi ha apostrofato più volte con banali slogan... Io ormai mi sento molto più preparato di lei in materia di esoterismo e prassi stile SG e quindi l'ho atterrata con troppa facilità, addirittura mi sono sorpreso come sia facile lasciare un adepto alle prime armi senza parole (e forse anche qualche ministro). Cosa fa lei in questi momenti di imbarazzo? Lo volete sapere? Guarda svanita fuori dalla finestra e si chiude a riccio, ma il bello è che l'argomento posto in essere da lei e non da me viene immediatamente "dimenticato". Ormai ho capito i vari meccanismi, il condizionamento ed il plagio che viene fatto su chi ha bisogno di vero aiuto e su chi nella speranza di un appiglio viene immediatamente individuato come "facile" per la SG. Ancora non voglio ammettere a me stesso che la SG sia diciamo "pericolosa" in senso lato ma solo una banale impresa multi-livello. Mi stavo quindi cominciando a rassegnare a vivere con uno zombie, accettando la sua scelta e cercando di vedere comunque del positivo in tutto questo, rinunciando anche alle cose semplici della vita: ad uscire (perché esce sempre lei) ad avere persone in casa che frequentavamo da sempre (non sono più gradite) ed a lasciarla in pace con i suoi nuovi interessi/amici ed a sorbirmi anche la presenza asfissiante della cognata. Poi il COLPO DI SCENA... prima di questo vi racconto che ormai da almeno tre anni il mio capodanno lo passo da solo con la mia figlia piccola. La signora invece esce con la cognata e rientra la mattina dopo. Ha provato ad invitarmi cortesemente alle "sue" feste ma ho sempre rifiutato per due semplici motivi: a me il capodanno non dice nulla e preferisco passarlo in tranquillità con la mia piccola; in secondo luogo non ho nessuna intenzione di sorbirmi gonzi vari ed esoterismi. Ma torniamo al fatidico 31/12/07, stavamo facendo i preparativi per accompagnare le mie figlie grandi a rimanere fuori per le feste di fine anno. Per farla breve ho notato che la piccola "recitava" a memoria. Ho ingoiato il rospo al momento, poi ritornato a casa ho convocato la signora chiedendo spiegazioni in una forma decisamente molto minacciosa ed aggressiva. Forse non sarei stato violento se almeno il suo cervello fosse stato in funzione ma alla frase "…tu lo sapevi ed eri d'accordo…" , non ci ho più visto ed invece di fargli violenza ho preferito prima sfasciare qualche arredo e poi andare via con la piccola. Ho sbagliato lo AMMETTO. Mia moglie mi aveva certamente detto che non sapendo dove lasciare la piccola in quei frangenti (alla faccia dei frangenti anche 3 e più ore), la piccola la portava con se e questa con la tata rimaneva in altri ambienti a giocare (e ciò mi pareva ragionevole e rispettoso). Purtroppo ho capito che la bugia è il primo comandamento degli adepti nei confronti dei non praticanti (anche per vergogna credo – perché sono molto ma molto ignoranti in materia di fede buddista). Alla fine dopo qualche giorno sono rientrato a casa che ed ho cercato di affrontare un dialogo sulla base di premesse futuribili. Ometto quello di cui abbiamo parlato e quanto è venuto fuori da questa triste vicenda sia perché mi vergogno di tanta superficialità sia perché entrerei in contesti non rispettosi e troppo personali. Ormai il picco della crisi è passato, mi sono messo di impegno ad essere quello che ero a riprendermi con calma e a tendere verso un nuovo status interiore. Sono sicuro che chi fa parte della SG vede in queste mie parole un effetto "benefico" della pratica della signora, pensino quello che vogliono. Io voglio solo vivere al meglio con le mie figlie, il resto conta poco. Le cose sono rimaste quelle di prima e noi due viviamo da separati in casa finché ci sarà possibile. Io passo più tempo al lavoro lei passa più tempo con il suo/sua "shakubuku" & Co.

Sono sicuro che comunque a breve ci saranno sviluppi interessanti in merito a quanto detto non perché improvvisamente tutti e due recuperiamo il terreno perduto (ormai sono più che disilluso) ma sicuramente perché avremo gradite sorprese dall'esterno.

Infine per adesso ho ottenuto solo una cosa: la fatidica cognata, come altri personaggi ambigui sono al momento scomparsi alla vista (ripeto alla "vista" ma ovvio non scomparsi del tutto). Anzi credevo che subito qualcuno di loro si facesse vivo per "difendere" la poverina da un bruto come me (un tenji-ma?). Credo che invece non hanno nessun coraggio ad affrontarmi perché sanno che non accetterò mai un confronto basato solo ed esclusivamente sulla loro misera dialettica lontana anni luce dai principi stessi del buddismo, dai miei e quindi sterile in partenza.

II Parte

Sfruttando in questa calda estate 2008 il fatto che abbiamo la fortuna di vivere fuori città e la possibilità di cenare all'aria aperta, ho approfittato di un momento di tranquillità e solitudine per finalmente poter riparlare con mia moglie. Il tutto è nato per casualità dato che abbiamo poco se non pochissimo tempo per evadere dagl'impegni quotidiani e poter di conseguenza confrontarci un po'. Erano mesi che andavamo avanti per abitudine senza grandi prospettive ne di dialogo ne di confronto. Tranne una sola occasione in cui una discussione (indotta sempre da me) invece di essere un momento di riflessione è stato uno sfogo senza da parte di entrambi. Ci siamo rinfacciati tante cose e ci siamo sputati (virtualmente) tanto veleno addosso senza che questo portasse a nulla. Prima di raccontarvi la fine di questa inutile vicenda voglio spendere due parole per dirvi che da quando è scoppiato il casino (I parte) ci sono stati dei tentativi "furbetti" di agganciare una delle mie figlie. Di visite o telefonate a me proprio no, sono cambiati anche i metodi di contatto (non chiamano più al fisso e non mandano più sms) ma solo chiamate al suo cellulare, di email manco l'ombra. Di occasioni di incontro tra la SG e la mia famiglia si, in questo caso non ho avuto sempre la forza di proibire tutto (le festicciole di compleanno dell'asilo, per esempio), ma di chiedere garanzie si. Torniamo alla figlia grande. Questa ragazza aveva bisogno di un supporto esterno per un esame di lingua straniera e quindi mia moglie non ha visto di meglio che mandarla da una "supposta" insegnante (a casa di questa maghetta - ovvio) non distante da casa nostra, per svolgere le lezioni necessarie. Ovvio che a me non è stato detto niente, anzi, sicuramente gli è stato suggerito di non farne parola dato che quando l'ho scoperto, l'ho presa in contropiede. L'ho scoperto solo perchè ho un rapporto sereno con le mie figlie ed infatti mi ha detto che era più tranquilla dato che aveva ora un aiuto per l'esame che doveva affrontare. Ho chiesto spiegazioni a mia moglie e come sempre non sapeva cosa rispondere (l'hanno si indottrinata nel tenere nascosta la cosa ma almeno potevano dargli un paio di scuse se la cosa veniva fuori), per farla breve l'unica stupidaggine che ha saputo far uscire dalla bocca è stato un : "...ma sono brave persone...". Brave per lei ma decerebrate per la totalità delle persone con cervello. Nel giro di un ora ho riorganizzato la cosa con un laureato "vero" in territorio neutrale ed il risultato dell'esame di lingua è stato eccellente. Certo ho dovuto spiegare questo cambiamento a mia figlia senza bugie ne altro. Mi ha tranquillizzato in parte il fatto che questa ragazza era già sul chi vive e non si sarebbe fatta facilmente abbindolare dai "maghetti" del gohonzon. Comunque è sempre una ragazza giovane e loro sono dei metodici, quindi rimaneva sempre il pericolo latente di una infiltrazione, di un inquinamento. Mi ha spaventato che questi lerci non potendo più neanche arrivare al cancello di casa nostra, abbiamo tentato con la complicità della madre di avvicinare i più giovani, abbiamo tentato di "riagganciarsi" attraverso le mie figlie. Mi posso immaginare l'unica possibile e stereotipata risposta della maghetta & Co.: "non hai recitato abbastanza". Ma che noia, non sapete dire altro.

Ora torniamo alla parte iniziale di questa estate.

Dicevo che ho avuto finalmente la possibilità, abbassata la tensione generale, di fare di nuovo delle domande semplici di cui mi aspettavo delle risposte non dico erudite ma minimo altrettanto semplici. Una grande delusione. Di semplice niente, di qualcosa di più manco un accenno. Volete degli esempi? Gli ho chiesto: "cosa vuol dire Soka Gakkai?" BO...MA...FORSE. "mi dici il significato delle parole Nam-myo, ecc..." BO...MA...FORSE. E si che sono non pochi anni che mia moglie gravita intorno al modo del shakubuku ikediano. Ditemi voi che tipo di condizionamento ha ricevuto quella poveretta. Ma come lei forse tanti ma tanti degli adepti non sanno dare una risposta a semplici domande sui loro fondamenti falso-teologici (ma quando mai parlano di altro se non degli effetti/difetti della recitazione, senza contare tutto il tempo che passano a ciondolare il capo davanti ad un foglio di riso con tanti scarabocchi). La chiacchierata è andata comunque avanti e piano piano è riuscita ad uscire dal torpore mentale (non avendo il "suggeritore" accanto) e ha cominciato ad attaccare, per portare la discussione fuori binario, il credo cattolico con storie poco edificanti e accuse di pedofilia (vero), di soprusi (vero), di ingerenze (vero). Ma cosa centrano i cattolici con il sottoscritto che non è parte di loro? Niente. Il fatto risiede probabilmente in un argomento chiave che spesso, nell'opera di "convincimento", gli adepti più scaltri usano come paragone. Ma che bravi. Comunque sia, dopo non poco tempo mi sono accorto che c'era poco da chiedere e sperare. Per non perdere del tutto quest'occasione così propizia ho cominciato a portare il tema verso tutte le porcherie che fanno capo alla SG. Dato che la lista dei demeriti è assai più lunga che quella dei meriti (ne avete da recitare cari ragazzi) ad un certo punto la vedevo sempre più a disagio. Ho preferito non esagerare nelle dosi anche per un ultimo accenno di rispetto e per pietà. Spero di avergli infuso almeno il "dubbio" che è, a mio parere, sempre e comunque il primo passo per tornare a galla. Il dubbio è sicuramente l'arma migliore per risvegliare una mente assopita e plagiata. Se c'è rimasto in quel cervello una parte ancora fertile il seme del dubbio germoglierà, altrimenti seguirà la sua strada verso l'oscurità...ma sarà sola.

Cari adepti della SG se lo schifo ha un nome questo è il vostro, se la vigliaccheria ha un cognome questo è il vostro.